Scopri cosa c’è davvero dentro i prodotti che usi.
Analizziamo alimenti, cosmetici e integratori per aiutarti a capire se fanno bene o fanno male.Tutto spiegato in modo semplice, senza fuffa.
Il fegato è considerato da alcuni un alimento ricco di ferro e vitamine, mentre da altri è visto come un prodotto da evitare per via delle tossine che potrebbe contenere. Ma dove sta la verità?
In questo articolo analizziamo valori nutrizionali, rischi e benefici del consumo di fegato, cercando di capire se – e quando – fa davvero male alla salute.
Il fegato è un organo interno degli animali, considerato parte delle frattaglie o “interiora”. Viene spesso cucinato come piatto tipico in molte cucine tradizionali, soprattutto fegato di vitello, pollo o maiale.
È spesso consigliato nelle diete per anemia o carenze nutrizionali, ma va consumato con attenzione.
Il fegato contiene altissime dosi di vitamina A. Un consumo frequente può portare a tossicità: nausea, mal di testa, danni epatici, problemi ossei.
Bastano 100 g di fegato di bovino per superare ampiamente il fabbisogno giornaliero di vitamina A di un adulto.
Il fegato è un organo di detossificazione, ma non “trattiene le tossine” in modo permanente. Tuttavia, in animali allevati in modo non controllato, possono esserci residui di metalli pesanti o farmaci veterinari.
È un alimento molto ricco di colesterolo: circa 300–400 mg per 100 g. Questo può essere un problema per chi ha dislipidemie o patologie cardiovascolari.
Secondo il National Institutes of Health (NIH), il fegato è una delle fonti alimentari più concentrate di micronutrienti essenziali, ma è anche uno degli alimenti più a rischio di ipervitaminosi, se consumato frequentemente.
Uno studio pubblicato su Nutrients (2017) sottolinea che un’assunzione occasionale di fegato non è dannosa, ma deve essere modulata in base all’età, alla dieta e allo stato di salute dell’individuo.
Il fegato non fa male di per sé, ma può essere potenzialmente dannoso se consumato troppo spesso o in grandi quantità. È un alimento potente, da usare con moderazione e solo se proviene da fonti sicure.
Meglio evitarlo. L’eccesso di vitamina A in gravidanza è potenzialmente teratogeno (può causare malformazioni nel feto).
In generale, non più di 1 volta al mese, salvo diversa indicazione medica.
È più piccolo e meno ricco di vitamina A rispetto a quello bovino, ma contiene comunque colesterolo e va consumato con le stesse precauzioni.